Germogli (II puntata-III stagione)
2022-05-20
Come mangiano i ragazzi della iGeneration?
'La prima legge della dietetica sembra essere: se il sapore è buono, a te fa male.' scriveva Isaac Asimov. In realtà cucinare e mangiare in maniera salutare e gustosa allo stesso tempo non è fantascienza. Soprattutto se vivi in italia e conosci le basi della dieta mediterranea. Non solo per ritrovare la forma, ma anche per vivere meglio. Per l'iGeneration sembra che stare in forma sia un'ossessione collettiva, e i ragazzi sembrano essere particolarmente sensibili alle tematiche healthy, con una diversa percezione di sé rispetto alle generazioni passate.
In questa puntata di Germogli ci siamo proprio chiesti quanto i giovani della generazione digitale siano attenti al benessere e che rapporto hanno con la dieta e l'alimentazione.
Ne parleremo, a fine puntata, con la dottoressa Elena Piovanelli, dietista che lavora con numerosi ragazzi con problemi di alimentazione e li aiuta a cambiare la loro filosofia del cibo.
Se li ascoltiamo, scopriamo che sono consapevoli delle loro scelte alimentari, sono informati. Ad oggi sarebbe un errore ritenere l'adolescenza come un periodo in cui ci si ingozza solo di schifezze, come si usava qualche tempo fa, dove il ricorso al junk food, a quell'età, rappresentava una specie di rituale.
Certo, l'hamburger delle due del mattino è un'istituzione. Ma a pranzo fuori tutti insieme si va in pokeria; i vegetariani sono ormai parte integrante di qualsiasi gruppo e cucinare legumi invece che pasta sta diventando la norma, soprattutto nelle grandi città. In provincia la buona cucina di casa fa ancora la sua parte, quindi alla fine il junk food è relegato a complemento. I social network sono di grande ispirazione: il porridge svetta tra le colazioni, e i profili delle life coach australiane sono i nuovi riferimenti.
Sarà un effetto del culto dei corpi, dato che ragazzi e ragazze aprono i primi profili Instagram già dalle scuole medie e vengono bombardati non solo di immagini, ma di veri e propri dettami etici ed estetici. Non imparano solo come dovrebbero apparire, ma anche dove andare e soprattutto che cosa mangiare.
Eppure, se devono elencare i cibi che amano di più, i giovani non hanno dubbi: la pizza. E poi la carbonara, la cotoletta, le lasagne. E subito si ha un'impressione di familiarità, di normalità, di tradizione. E poi c'è il sushi, il grande must di questo secolo, il cui consumo in italia, negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente, tanto da essere considerato un fenomeno di massa: circa il 28% degli italiani, infatti, lo mangerebbe ogni giorno.
Ridono tra loro e chiacchierano di niente: somigliano proprio a nient'altro che a loro stessi. Giovani bene educati che si sono abituati a mangiare i broccoli, ma sotto sotto, vogliono ancora la pizza.
L'ingrediente più amato in assoluto rimane però la convivialità della tavola, ovvero uno degli aspetti salienti della famosa dieta mediterraanea.
'La dieta mediterranea è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l'interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La dieta si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo'. Queste sono le motivazioni con le quali, nel novembre 2010 la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall'UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità. Una ricchezza culturale legata al territorio, alla convivialità, alla società con l'alimento che si trasforma in un vero e proprio atto di relazione e condivisione. Questo regime alimentare rappresenta un vero e proprio modello di dieta sana, che ha diversi vantaggi. Previene importanti patologie come diabete, ipertensione arteriosa e obesità. È sostenibile in ambito ambientale ed economico: le produzioni agricole e agroalimentari, infatti, insieme alla tradizione culinaria, da un lato assicurano la qualità dal punto di vista organolettico e, dall'altro, garantiscono il rispetto di criteri etici e ambientali.
Con i suoi prodotti tipici diventa espressione della storia e della cultura che rappresenta ed è un'importante occasione per non omologarsi alle abitudini alimentari di moda, salvaguardando così la biodiversità alimentare e le nostre tipicità. Un regime da consigliare, quindi, che tutti i nutrizionisti e i dietologi sposano appieno.
Elena Piovanelli è una dietista che ha fatto dell'educazione ad una corretta alimentazione un mantra. Ci ha aiutati a fare un focus sui ragazzi e sul loro rapporto con il cibo.
C'è qualcosa che manca negli schemi alimentari odierni della iGeneration? Forse il grande assente rispetto alle generazioni che li hanno preceduti è il pane. Tra di loro vi sono coloro, di solito ragazze, che non lo consumano convinti del fatto che faccia ingrassare e in molti casi sono gli stessi genitori che per primi non lo propongono.
Ma vi sono anche coloro che non lo mangiano perche' 'non lo considerano un alimento attraente ai fini del pasto': questa generazione sembra non essersi affezionata al pane. Per loro il pane ha senso di esser mangiato solo se farcito, per loro il pane è il panino.
Cambieranno la loro visione sul lungo periodo o il pane e più in generale i carboidrati saranno destinati a essere dimenticati?
Di sicuro quello che scopriamo dopo queste interviste è che la varietà incredibile che la cucina porta con sè non è così ben rappresentata: i grandi classici sono per tutti gli stessi e l'omologazione anche rispetto ai piatti 'degli altri' è totale. Maggiore consapevolezza su gruppi alimentari e calorie, qualche cenno di conoscenza della dieta mediterranea non si può certo negare: ma è ancora troppo poco per dire che mangeranno meglio o meno di quanto hanno mangiato i loro genitori.
Illustrazione: Anna Resmini