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Germogli (I puntata-III stagione)

2022-04-22

Parte oggi la prima puntata del nostro podcast dedicato all'iGeneration.

Nel linguaggio giornalistico è la generazione dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012, venuta dopo i millennials e prima della generazione Alpha.

Sono i primi a non aver conosciuto un mondo senza tecnologie e ambienti digitali, cosa che naturalmente influisce su come vivono quotidianità, consumi e aspettative. Ma la loro vocazione digitale ha contributo anche a cambiare la loro percezione del cibo?

 

'Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.' sosteneva Italo Calvino. Di sicuro, a quell'età si hanno molte certezze inesatte, fame e curiosità illimitata. In questa prima puntata ci siamo chiesti cosa preferiscono mangiare, dove lo fanno, se amano stare a tavola e con che criterio scelgono il cibo; se apprezzano la tradizione, i piatti tipici italiani ed esteri. Abbiamo indagato tra loro per capire se sanno riconoscere ingredienti, se cucinano e se conoscono le regole alimentari. Ne è uscito un quadro interessante - che analizzeremo poi con un ospite speciale - e che pone questa generazione in un universo completamente diverso da quello delle generazioni che li hanno preceduti, anche sul piano del cibo.

Da questo primo piccolo campione, sembra che alla iGen piacciano i piatti casalinghi, molta cucina cino-giapponese, qualche piatto modaiolo e carbonara uber alles. Nessuno ha nominato hamburger e junk food, a dispetto dei pronostici. Nel 96% dei casi, infatti, pranzi e cene oggi si consumano in compagnia di mamma, papà, fratelli e sorelle, tutti seduti insieme a tavola. Un altro aspetto positivo indotto dall'emergenza Covid-19 è stato quello di una maggiore attenzione, rispetto al passato, alla sicurezza dei prodotti: c'è una crescente domanda di Food Safety che deriva da un fortissimo bisogno di rassicurazione da parte dei giovani rispetto a tutto ciò che si mangia e si beve. E, nello stesso tempo, c'è una diffusa propensione al 'salutismo' alimentare, nel senso che 2 adolescenti su 3 hanno iniziato a scegliere cibi con meno grassi, meno zuccheri, meno sale e/o hanno ridotto la quantità complessiva di cibo consumato. Il tutto accompagnato da un'ottima predisposizione a svolgere attività fisica: almeno una volta a settimana nel 78% dei casi.

 

Nel nostro piccolo campione di ragazzi intervistati, una buona percentuale riesce a cucinare in autonomia, distinguere ingredienti, ricette tipiche. Sembrano avere una maggiore coscienza di ciò di cui si nutrono. Secondo lo studio Food Mood ideato, tra gli altri, dall'Università Cattolica di Piacenza e dal Crea Alimenti e Nutrizione, su un gruppo di 482 studenti dell'Emilia Romagna il 15% vive l'alimentazione come un problema. Problema che è diventato ulteriormente più critico a seguito della pandemia. Non è più unicamente una questione di mero nutrimento e soddisfazione di una necessità ma subentrano anche meccanismi di socialità, sostenibilità ambientale, economie territoriali. Sembra incredibile eppure il 70-80% degli adolescenti capisce e apprezza l'importanza del Km0, del prodotto locale da preservare e valorizzare così come il marchio Made in Italy. Sette su dieci dimostrano attenzione alla sostenibilità e sembrano disposti a muoversi all'interno della propria regione per scoprire eccellenze territoriali ponendo particolare attenzione alle tradizioni culinarie locali, all'identità regionale e territoriale, scegliendo preferibilmente prodotti nazionali e non stranieri. Mediamente, l'85% degli intervistati afferma di conoscere il significato dei termini DOP, IGP o, riguardo ai vini, DOC e DOCG.

 

In prospettiva, questo cambio di mentalità che cosa comporta? Sicuramente la creazione di una fascia di consumatori – e cittadini – più attenti alla propria salute, all'ambiente e quindi al tipo di dieta e alimentazione scelte. Ne abbiamo parlato con un giovane e bravissimo chef, Paolo Griffa, classe 1991, piemontese. È considerato uno dei giovani cuochi italiani più promettenti e si è formato in ristoranti tradizionali e stellati in Italia e all'estero. Dal 2017 è diventato chef del Grand Hotel Royal e Golf a Courmayeur. Nel 2019 si è aggiudicato la prima stella Michelin e ha pubblicato il suo libro 'Petit Royal'. La sua cucina si fonda su costante studio, tecnica impeccabile e continua sperimentazione, sempre alla ricerca delle migliori materie prime di stagione e delle tradizioni della terra che lo ospita.

 

E dopo il suo contributo, in conclusione possiamo affermare che i ragazzi della iGen sono aperti al mondo, ma con i piedi ben piantati nella loro terra d'origine: questo è il profilo che emerge dalle nostre ricerche dei comportamenti a tavola dei ragazzi.

La cucina, da sempre, cambia al cambiare dei gusti, degli assetti sociali, delle migrazioni e delle idee, della tecnologia. Per loro, i piatti di tendenza diventeranno la nuova tradizione, a dimostrazione che nessuna ricetta è per sempre.

 

Il podcast è parte del progetto di brand Journalism sulla iGen, ideato in collaborazione con Anna Prandoni, Chiara Buzzi, Benedetta Munari e Benedetta Barone. La voce è di Samanta Cornaviera, il montaggio è di Roberto Natale.

Illustrazione: Anna Resmini

 

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